martedì 28 giugno 2011

UNA LAVANDA PER LE FARFALLE





podalirio(Iphiclides podalirius) sulla lavanda
 Questa mattina,quando sono andata nel nostro giardino delle erbe officinali, ho trovato tantissime farfalle ed api di varietà differenti che intrecciavano voli sui fiori.
Anche se non avevo mai fotografato farfalle e pare che sia una cosa piuttosto difficile, ho deciso di provare. In un libro ho lunghe spiegazioni su questo argomento, ma non avendo tempo e voglia di andarmele a studiare, ho guardato a che distanza era a fuoco la macchina fotografica con l'impostazione che avevo messo, ed ho iniziato a scattare a raffica, rincorrendo le farfalle da una pianta all'altra. Non c'era il tempo di mettere a fuoco ogni immagine, perchè le farfalle si spostano continuamente e rimangono su un fiore pochi attimi. Per di più soffiava il vento: ho notato che tutte le volte che faccio foto di fiori c'è una leggera brezza che normalmente non si nota, ma quando inizi a fotografare fa muovere sempre il soggetto. Ovviamente non sono foto eccezionali, ho solo una piccola macchina, ma mi sono divertita a farle.
La lavanda che vedete è la varietà "lavandinova Grosso", che ho trovato al Giardino delle Erbe di Casola Valsenio. Lo scorso anno, quando sono andata all'epoca della fioritura delle lavande per vedere quale mi piaceva di più fra le tante che coltivano, ho notato che, mentre sulle altre varietà si posavano quasi solo le cavolaie, questa attirava un gran numero di farfalle di diversi tipi. Così ho deciso di metterne molte piante, anche se ne ho aggiunto di altre differenti perchè mi piace l'effetto dell'accostamento di varie  sfumature di colore.                    

ecco una piccola ape selvatica a righe sull'echinacea


femmina di cedronella(Gonepterix ramni) su issopo



Questa è una farfalla che non ho identificato con sicurezza. C'erano anche le licenidi azzurre, che mi piacciono tantissimo, ma si muovevano troppo velocemente e non sono riuscita a fotografarle.
Uno dei miei sogni è fre un giardino per le farfalle, con anche tutte le piante nutrici dei vari bruchi.




venerdì 24 giugno 2011

PASSEGGIATA IN VALCHIUSELLA


un abitante della valle ci osserva


Finalmente, finite le fiere, sono riuscita a fare un giro a Fondo, il paese dove finisce la strada che risale la Valchiusella(ed è uno dei miei posti preferiti). Come potete vedere è un paesino delizioso, con antiche case in pietra e prati fioriti. I luoghi intorno sono ricchissimi di erbe commestibili, io vado a raccoglierne i semi ed a trarre ispirazione dalla natura.
Qui si è mantenuta la tradizione relativa all'uso in cucina ed in erboristeria di queste erbe, che in tante altre parti d'Italia è scomparsa e si sta recuperando ora.
Ad esempio si è sempre usato l'epilobio per curare le malattie della prostata con ottimi risultati, stando a quanto dicono gli anziani del luogo: anche quando l'utilizzo di questa pianta era sconosciuto ovunque e non si trovava in erboristeria i valligiani la andavano a raccogliere lungo i ruscelli.
In cucina poi si usa un'infinità di erbe, che potete trovare descritte nel bellisssimo libro dell'esperto Mauro Vaglio "Sfogliando erbe", che è utile per riconoscere le erbe di tutta l'Italia del nord. Tante di queste erbe crescono anche in altre regioni, ma si è persa la conoscenza delle loro proprietà e della loro bontà. Probabilmente qui è sopravvissuta perchè è una valle molto isolata, come dice il nome, ed è stata meno toccata dall'inquisizione.


Questo ponte, percorribile solo a piedi, è l'unica via d'accesso al villaggio.


la trattoria

Appena oltrepassato il ponte c'è la trattoria, dove si mangia la famosa zuppa di ajucche(Phyteuma betonicifolium, Phyteuma spicatum), piatto tipico della valle.

ajucca (Phyteuma betonicifolium)

Da qui parte un sentiero che costeggia il ruscello e porta ad altre case ed al villaggio di Tallorno, dove io questa volta non sono arrivata. Poi si può tornare indietro lungo l'altra sponda, seguendo una stradina chiusa alle auto.


 I prati nel pieno della fioritura sono rosa, perchè la pianta prevalente è la bistorta, alla quale si mescolano le ajucche, che qui hanno un colore blu viola molto intenso, poi i margheritoni, la silene, le campanule, la colombina e molte altre. Possono essere una buona ispirazione per chi voglia fara un prato fiorito in una zona fresca a umida.
Una enorme varietà di piante cresce poi lungo i sentieri, al margine del bosco: angeliche, lattuga dei boschi, gigli selvatici, cardi, panace, per citarne solo alcune, ed io vado a studiarne gli accostamenti per riproporli nei giardini.



cardo zampa d'orso(Cirsium erisithales)


Il cardo zampa d'orso aveva già dei semi maturi, così sono riuscita a raccoglierli. E una varietà  commestibile di cui si mangiano le rosette basali e, a differenza della maggior parte degli altri cardi, non è spinoso.


mercoledì 15 giugno 2011

INSALATA DI MAGGIO



A me piacciono molto le insalate con i fiori. Vent'anni fa, prima che venissero di moda, ne
avevo studiato una per ogni mese dell'anno e mi divertivo a stupire i miei ospiti. Ora sono
diventate una cosa comune, ed io non ho più tanto tempo per prepararle spesso, ma mi sono
fatta comunque, anche se in ritardo, l'insalata di maggio, che è la mia preferita.

Se volete provarla prendete:

un piccolo cespo di lattuga
petali di rosa profumati e piuttosto piccoli
fiori di glicine
una manciata di fragoline

Preparate un letto di lattuga e disponete sopra tutti gli altri ingredienti. Non condite questa
insalata, la condiranno poi i commensali nel loro piatto, se vogliono, perchè l'aceto e l'olio
sciupano i petali dei fiori. Più avanti nella stagione potete continuare a prepararla, sostituendo
le fragoline con lamponi, ribes, o anche frutti di bosco misti. I fiori del glicine devono essere
appena sbocciati, senza accenno della formazione dei frutti perchè, come nella robinia
pseudoacacia, i frutti sono tossici. Oltre che bella questa insalata è particolarmente buona, per
via delle rose, del glicine e delle fragoline che non sono solo ornamentali, ma molto profumati



Contest di Burro e Miele